LA RICCHEZZA DELLA DIVERSITÀ DI OGGI
LA RICCHEZZA DELLA DIVERSITÀ DI OGGI
- desiderare assetti giuridici più rispettosi delle proprie specificità culturali
- Invocare la rimozione degli ostacoli che gli impediscono l'effettivo esercizio delle libertà civili
- Sollecitare interventi concreti per superare una situazione di emarginazione sociale
- Per promuovere un'integrazione altrimenti difficoltoso
Occorre rispondere alla domanda: chi sono gli immigrati?
Gli Stati occidentali hanno dato 3 possibili risposte,
corrispondenti a politiche attuate a partire dal dopoguerra nei confronti dei
cittadini stranieri residenti nel loro paese.
Il compito dello Stato ospitante è quello di integrare
l'immigrato nel mondo del lavoro, ma insieme di favorire la sopravvivenza dei
suoi legami con il paese e con la cultura da cui proviene, nella speranza che
possa ritornarvi quanto prima.
Questo modello corrisponde effettivamente a quelle
situazioni in cui l'individuo immigrato è un lavoratore di passaggio,
intenzionato, quando le condizioni economiche glielo permetteranno, a ritornare
in patria, dove spesso ha lasciato la famiglia e una solida rete di affetti e
interessi.
Esso mostra la sua inadeguatezza in rapporto ai nostri
tempi, in cui le comunità immigrate sono divenute elementi stabili nel tessuto
sociale dei paesi occidentali.
Il modello inglese, solitamente definito pluralista, è forse quello che lascia più spazio per un progetto autenticamente multiculturalista. Esso assume come punto di partenza la concezione liberale dello Stato, secondo la quale compito del potere politico è assicurare a ogni individuo il libero esercizio dei propri diritti, imponendo come unico vincolo il rispetto del diritto altrui.
In questa prospettiva, è consentito alle comunità immigrate di manifestare pubblicamente la propria specificità culturale, purché ciò avvenga nel rispetto delle regole e della libertà delle altre persone e delle altre comunità'.
IL MULTICULTURALISMO È AUSPICABILE?
Sottolineare la necessità di riconoscere le "diversità culturali" presenti nella società e di tutelarne l'esistenza può essere di fatto un modo per rimarcare una distanza sociale tra noi e "gli altri" e attuare così, in modo più sottile, una forma di pregiudizio.Lo studioso francese Pierre André taguieff parla di razzismo differenzialista, per disegnare un atteggiamento diffuso nelle moderne società occidentali, consistente nella tendenza ad accentuare le differenze culturali tra le diverse comunità in modo da dichiarare impossibile ogni forma di
dialogo.
Alla base della nozione di "differenza culturale" sta spesso in una visione che potremmo definire "esistenzialistica" della cultura stessa. Ci si raffigura cioè le singole culture come entità ontologicamente date e immutabili, che attraversano la storia umana senza modificarsi o mescolarsi tra loro e che si impongono agli individui al di là della loro libera scelta e della loro capacità di interpretarle.
Così come il vecchio razzismo usava il concetto di "razza" per dividere irrimediabilmente gli esseri umani discriminare una parte, allo stesso modo il nuovo razzismo pensa che la cultura plasmi l'essere umano con la stessa ineluttabilità di un codice genetico.
Oggi sappiamo bene che l'appartenenza ha una determinata cultura è sempre più il frutto di una decisione volontaria.
L'esistenzialismo culturale può avere risvolti pericolosi sul piano sociale l'identificazione della cultura con una sorta di "essenza" che definisce l'identità degli individui allo stesso modo di un DNA porta inevitabilmente alla convinzione che essa debba venire accuratamente difesa e preservata tutto ciò che può in qualche modo "contaminarla".
In sostanza, l'altro, lo straniero, viene percepito come colui che posso trarre una parte importante di ciò che si è; pertanto gli diviene immediatamente il nemico, l'avversario, un soggetto da neutralizzare.
L'essenzialismo culturale porta inoltre a identificare troppo sommariamente le persone con il gruppo sociale a cui appartengono. Esso può portarci a difendere incondizionatamente comportamenti atteggiamenti esibiti da individui o gruppi in nome della cultura a cui appartengono, senza chiederci se essi rappresentino davvero una volontà di libera espressione culturale.
OLTRE IL MULTICULTURALISMO: LA PROSPETTIVA MULTICULTURALE
l'atteggiamento più corretto nei confronti della diversità è probabilmente quello di assumerla come un punto di partenza per impostare il confronto della crescita comune.Il termine interculturalismo viene definito come comunicazione inserire culturale o società policulturale.
Un atteggiamento che possa essere definito intercultura lista deve muovere da 2 presupposti complementari:
- convinzione che, al di là delle diverse etniche, religiose e culturali, gli individui e i gruppi possano trovare un terreno Comune di dialogo, sul quale affrontare i principali temi e problemi della convivenza civile.
- consapevolezza che i valori, i comportamenti e i modelli di vita e di pensiero possano essere considerati da vari punti di vista virgola e che le diverse prospettive debbano confrontarsi affinché ogni persona sia libera di snodare tra di esse i percorsi e le scelte della propria vita
L'INTERCULTURALISMO IN PROSPETTIVA GLOBALE
Il significato più profondo del termine "intercultura" e la costruzione di relazioni umane ricche e significative, fondate sull'apertura all'altro e sul dialogo punto
Ogni volta che ci chiudiamo nel recinto mentale del noi innalziamo una barriera oltre la quale ci sono "gli altri"; secondo i principi del, invece, l'altro non si oppone all'io, ma in qualche modo vi è contenuto, perché ciascuno di noi ha dentro di sé la pluralità.
La prospettiva interculturale aiuta quindi a rompere i gusci nei quali spesso inconsapevolmente ci si chiude perché un mobilità o per pigrizia e ad aprirci a nuovi orizzonti cognitivi, umani, ideale.
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