L'ANTROPOLOGO AL LAVORO: COME LAVORANO GLI ANTROPOLOGI?
COME LAVORANO GLI ANTROPOLOGI?
La letteratura antropologica comprende moltissime tematiche: spazia dall'osservazione delle malattie all'analisi dei sistemi di parentela, dalla decifrazione di antiche scritture alla comparazione di miti e leggende, dallo studio di scheletri di ominidi vissuti milioni di anni fa all'interpretazione della magia e della stregoneria.
L'antropologo viene rappresentato dal lavoro etnografico sul terreno, che costituisce la specificità operativa dell'antropologia nel contesto delle scienze umane e sociali. Nessun'altra disciplina contempla una presenza così durevole e costante del ricercatore sul campo.
L'importanza del lavoro sul campo si connette direttamente alla centralità della nozione di conteso: per gli antropologi gli elementi di una cultura possono essere adeguatamente compresi e correttamente valutati soltanto se vengono situati nel loro contesto di appartenenza.
Malinowski riteneva indispensabile afferrarsi il punto di vista dell'indigeno, per rendersi conto della sua visione del suo mondo.
Nella seconda metà del 900 per qualificare due possibili punti di vista sul mondo, quello interno del native con l'esterno dell'antropologo, si è fatto ricorso alla aggettivi "emico" ed "etico".
LA RICERCA SUL CAMPO
La ricerca antropologica di solito comprende:
- 1.fase: empirica e osservativa di lavoro sul campo presso la popolazione prescelta
- 2.fase: interpretazione dei dati raccolti
- 3.fase: redazione di una monografia o di un articolo scientifico che espone i risultati della ricerca
L'osservazione
può essere:
- semplice
= l’antropologo utilizza
i propri sensi senza ricorrere agli strumenti della moderna tecnologia
- attrezzata
= l’antropologo si serve
di una strumentazione che può comprendere macchina fotografica, registratore
vocale, strumenti di misura e rilevazione delle caratteristiche del territorio
ecc,
- esterna
= il ricercatore si pone
all’esterno o ai margini della popolazione studiata e si lascia avvicinare
gradualmente dai suoi membri.
- interna o partecipativa
= il ricercatore
condivide la vita della popolazione studiata, cerca di entrare nella mentalità
dei suoi membri e di assumere il loro punto di vista.
In antropologia conta la distanza culturale tra l’osservatore e la realtà studiata. Avvicinandosi a un gruppo sociale delle moderne metropoli, l’antropologo dovrebbe provare un senso di estraneità e di spaesamento simile a quello che proverebbe al primo contatto con popolazione di altri continenti.
Il metodo di ricerca più diffuso tra gli antropologi è l'osservazione partecipante, che prevede un'"immersione" dello studioso nella società presa in esame.
MALINOWSKI ALLE TROBRIAND: UN MODELLO DI RICERCA
Negli anni della Prima guerra mondiale Malinowski soggiornò nelle isole Trobiand, oggi parte dello Stato di Papua Nuova Guinea, abitato da una popolazione di papua-melanesiani.
In
questo periodo Malinowski imparò la lingua locale e si dedicò all’osservazione
della vita sociale degli indigeni in tutti i suoi aspetti, pubblici e privati,
materiali e simbolici.
LE CARATTERISTICHE DEL LAVORO SUL CAMPO
L’antropologo
ai deve avvicinare agli indigeni con il massimo rispetto per le loro usanze.
- obiettivo scientifico ben preciso
- individuare condizioni appropriate per il proprio lavoro
- applicare metodi adeguati di raccolta, elaborazione e sintesi dei dati
L’obiettivo
scientifico a cui fa riferimento Malinowski è l’analisi dell’organizzazione sociale
degli indigeni, vista come un tutto in cui ogni parte ha la propria funzione;
la condizione più appropriata è la vita a stretto contatto con gli indigeni.
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