ALLE RADICI DELLA MULTICULTURALITÀ

 ALLE   RADICI   DELLA MULTICULTURALITÀ 


L'INCONTRO DELLE CULTURE DEL MONDO ANTICO
Protagora era un dei primi che individua nella varietà di costumi e consuetudini delle società umane un aspetto irriducibile della realtà storica ed esprimeva il disorientamento che coglie gli individui quando vengono a contatto con culture diverse dalla propria e con i differenti valori che queste incarnano.
Fin dall'antichità, nel corso dei secoli, guerre, invasioni, movimenti di colonizzazione hanno mescolato e sovrapposto popoli e civiltà.
Nel mondo antico l'incontro e la fusione tra civiltà diverse furono favoriti dalle grandi formazioni territoriali dell'epoca:
  • l'impero persiano → unifica popolazioni geograficamente e culturalmente distanti
  • Alessandro Magno → deliberatamente persegue una politica di sintesi e di scambio tra le varie culture
  • Romani → creano l'incontro e il confronto di genti diverse
La più significativa esperienza di incontro e di sintesi tra universi culturali diversi, che sta alle radici della nostra storia, è quella realizzatasi tra il patrimonio di conoscenze, simboli e valori incarnato dal cristianesimo e l'eredità filosofica del mondo classico, greco in particolare.
I grandi filosofici cristiani, da Agostino di Ippona e Tommaso d'Aquino, a Guglielmo di Ockham, si servirono del pensiero dei 2 massimi filosofici greci, Platone e Aristotele, per esprimere in un linguaggio adeguato alla cultura del tempo le loro riflessioni sul Dio biblico e sul suo rapporto con il mondo e con l'uomo.
GLI EFFETTI DELLO STATO MODERNO

L'età moderna aggiunge alle dinamiche di sovrapposizione e scambio culturale, presenti nel mondo antico e medievale, la questione della multiculturalità e del suo significato.
Questa ebbe inizio tra il 400 e il 500 e nasce dall'incontro di 2 processi complementari:
  • l'accentramento del potere nelle mani del sovrano → che contribuisce allo smantellamento dei vecchi domini e privilegi di tipo feudale
  • la determinazione di confini territoriali precisi → vennero definite "cittadini" di un certo Stato tutte le persone che risiedevano in uno spazio in cui il  monarca esercitava la sovranità. 
Quelle che noi chiamiamo "culture" sono in realtà il prodotto di sintesi e sovrapposizioni tra mondi diversi o viceversa l'esito di una frammentazione di ciò che in epoche precedenti si presentava come una civiltà compatta e indifferenziata. 
Nessuna cultura si trasmette da un'epoca all'altra come un corpus immodificabile di conoscenze, comportamenti e valori, ma piuttosto si trasforma e si modella in base alle esigenze della storia.

GLI EFFETTI DELLA COLONIZZAZIONE

In seguito alle scoperte geografiche e alle navigazioni transoceaniche che misero in contatto l'Europa con territori fino ad allora sconosciuti, iniziò infatti una vicenda destinata a contribuire in modo significativo al globale processo di scambio e di contaminazione tra le culture: si tratta della fase moderna del fenomeno della colonizzazione, cioè l'occupazione, a scopo di popolamento o di sfruttamento economico, delle "nuove" terre da parte dei popoli "scopritori".
Nel continente americano i primi a comparire furono gli spagnoli e i portoghesi, che già con il trattato di Tordesillas si spartirono il controllo del cosiddetto "Nuovo Mondo".
La nascita degli Stati Uniti d'America portò a dinamiche decisive per la fisionomia sociale e culturale del paese.

I FLUSSI MIGRATORI DEL 900

Nel corso del 900 l'Europa, da terra emigratoria è diventata terra d'immigrazione.
2 eventi storici stanno alla base di questa trasformazione:
  • decolonizzazione
  • crisi dei regimi totalitari a ispirazione comunista
decolonizzazione
= termine con cui si indica il processo che negli ultimi 60 anni ha investito i paesi afroasiatici che si sono affrancati dal dominio politico ed economico degli Stati europei che li avevano occupati.

Alla seconda metà del 800, quando molti Stati europei, mossi da fattori di natura economica e da motivazione di ordine politico-ideologico, si avventurarono alla conquista del continente africano e rafforzarono i loro possedimento in quello asiatico, già da tempo oggetto d'iniziative di colonizzazione.
La spartizione dei territori avvenne inoltre senza alcuna considerazione delle tradizioni culturali e linguistiche preesistenti.
Inoltre le manifatture locali, non reggono la concorrenza con la più attrezzata industria occidentale e subiscono una brusca battuta d'arresto.

CROLLO DEL COMUNISMO:
Nei decenni precedenti questi governi controllavano i paesi dell'Est europeo: l'Unione Sovietica e gli Stati cuscinetto formatisi a ridosso del territorio (Polonia, Romania, Bulgaria, ecc.).
Incapaci di realizzare gli ideali di uguaglianza e di giustizia sociale a cui ispiravano, e soprattutto di promuovere uno sviluppo economico che li rendesse competitivi nei confronti degli altri paesi occidentali

LA GLOBALIZZAZIONE: PERSONE E IDEE IN MOVIMENTO

Nella società industriale, la sempre più stretta interdipendenza economica, politica e culturale tra le varie parti del mondo favorisce una mobilità sul territorio sconosciuta alle età precedenti, che stimola la diffusione e la condivisione di consuetudini e conoscenze.
A fianco delle mass d'individui che lasciano il luogo di origine in cerca di un'esistenza migliore, fuggendo da una situazione di disagio, esiste anche una grande quantità di persone che si spostano per ragioni di diverso tipo: 
  • lavoro
  • studio
  • affari
  • svago
Nel mondo globalizzato non sono solo le persone a spostarsi. Lo sviluppo dell'industria culturale, in particolare i mass media, produce un flusso continuo e consistente di informazioni tra le diverse parti del mondo.

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