LA DISSOCUPAZIONE

 LA DISOCCUPAZIONE

     UN CONCETTO COMPLESSO                       

La disoccupazione possiamo definirla come la condizione degli individui che non trovano un'occupazione.

Tuttavia la connotazione negativa che il termine assume in questa definizione è relativamente recente. Queste oscillazioni di significato sono dovuto principalmente a 2 fattori:

  • il fatto che la disoccupazione come problema sociale è un fenomeno moderno
  • a tale fenomeno sono state date interpretazioni diverse.
Gli economisti distinguono diversi tipi di disoccupazione:
  • disoccupazione frizionale
  • disoccupazione strutturale
  • disoccupazione stagionale
  • disoccupazione ciclica

INTERPRETAZIONE DELLA DISSOCUPAZIONE: COLPA INDIVIDUALE...

L'idea che la domanda e offerta del lavoro si armonizzano spontaneamente grazie alle oscillazioni del costo del lavoro porta infatti a escludere la possibilità che esista della forza-lavoro non occupata. In altre parole esisterebbe solo la disoccupazione frizionale, ciò sarebbe dovuto soltanto alla cattiva volontà degli individui. Questa concezione ha contribuito a diffondere nell'opinione pubblica un vero e proprio pregiudizio, secondo il quale chi non trova un impiego è responsabile della propria condizione.

Rispetto a questa posizione non sono mancate le voci di dissenso. David Ricardo fin dall'opera "sui principi dell'economia e della tassazione" riconosce che l'introduzione di nuovi macchinari può essere dannosa per i lavoratori, perché provoca un'eccedenza di manodopera.

Marx nel "Capitale", parla di collegamento strutturale tra il fenomeno della disoccupazione e le dinamiche tipiche dell'economia capitalistiche, individuando nei disoccupati un esercito di riserva, funzionale all' espansione produttiva.

 ... O PROBLEMA SOCIALE?                               

In tempi più recenti si è diffusa la percezione della disoccupazione come autentico problema sociale. Come sostiene lo storico statunitense John Garraty, si deve alle società contemporanee la scoperta della disoccupazione, se non addirittura la sua invenzione.

Storicamente è stata la "grande depressione" successiva al crollo di Wall Street nel 1929 a infliggere un duro colpo ai sostenitori della disoccupazione volontaria. Il presidente Franklin Delano Roosevelt predispone una serie d'interventi pubblici mirati a incrementare l'offerta di lavoro, rappresentando la tesi secondo cui il mercato non sempre riesce da sé a invertire la propria rotta.

A livello teorico, una svolta decisiva a tale proposito è individuabile nell'opera "Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta" dell'economista inglese John Maynard Keynes.

La tesi di fondo di quest'opera è che la radice sostanziale della disoccupazione sia da ricercare al di fuori del mercato del lavoro. Essa è legata alla domanda aggregata, ossia alla richiesta di beni e servizi formulata dal sistema economico nel suo complesso. Quando questa è debole il volume complessivo dell'occupazione diminuisce. Per aumentare la domanda aggregata è necessario secondo lui l'intervento dello Stato, che aumentando la spesa pubblica favorisce la ripresa dell'occupazione.

La teoria di Keynes che è basata sul modello del Welfare State inaugurò un processo di responsabilizzazione del potere politico rispetto alle dinamiche del mercato del lavoro. Tale processo ha assunto diverse forme nel corso del 20. secolo:

  • sussidi di disoccupazione
  • = dall'assunzione diretta di nuovo personale alle dipendenze dello Stato all'erogazione di sussidi in favore dei lavoratori temporaneamente disoccupati
  • cassa integrazione
  • = integrazione del reddito per i lavoratori temporaneamente sospesi dall'attività produttiva

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